Il primo libro di teoria dell'immagine by Andrea Pinotti

Il primo libro di teoria dell'immagine by Andrea Pinotti

autore:Andrea Pinotti [Pinotti, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2024-03-11T12:00:00+00:00


Lacan accoglierà queste indicazioni alla lettera, finendo per concepire il soggetto come strutturalmente impregnato non tanto di questo o quel bisogno fisiologico o istintuale, bensí della domanda di riconoscimento da parte dell’altro:

Il desiderio dell’uomo trova il suo senso nel desiderio dell’altro, non tanto perché l’altro detenga le chiavi dell’oggetto desiderato, quanto perché il suo primo oggetto è di essere riconosciuto dall’altro10.

Il Desiderio si alimenta di un vuoto, di una mancanza, di una beanza (béance), che Lacan fa risalire alla nascita come momento di scissione dell’unità intrauterina fra il sé e il corpo materno: è a questo trauma divisivo originario, che mai potrà essere risolto e che verrà ulteriormente ribadito nella fase dello svezzamento, che andranno ascritti tutti i successivi fantasmi di frammentazione del corpo, quello smembramento che lo stadio dello specchio solo imperfettamente potrà compensare11. Ma l’aspirazione del bambino – sia maschio sia femmina – a ricongiungersi al corpo della madre per ristabilire l’unità originaria è frustrata dal divieto paterno, che nella famiglia occidentale rappresenta l’istanza dell’autorità e della legge. Il padre, rivendicando il diritto esclusivo alla madre, impedisce che il figlio o la figlia si riassorbano nel corpo materno: in questo modo Lacan riformula l’interpretazione freudiana del complesso edipico e dell’angoscia di castrazione, che ponevano non pochi problemi nel momento in cui Freud tentava di estenderli anche alle figlie femmine. Il padre che impone la Legge diventa l’imago complessiva di una struttura culturale, dei suoi tabú e delle regole che ne governano i costumi e i comportamenti sociali: un Io ideale, simbolico, al quale il bambino tenta di conformarsi, identificandosi cosí al contempo a quella cultura e alle sue norme, senza tuttavia mai riuscirci in pieno.

«Fallo» – e cosí torniamo finalmente all’osso di seppia di Holbein – è il nome che assume nella terminologia lacaniana il simbolo del padre nel suo riassumere in sé il divieto dell’incesto, l’interdizione edipica, la Legge. Nel costruire il suo dipinto come «trappola per lo sguardo» – se vedo il teschio non vedo il resto del quadro, e viceversa –, l’artista consente al cranio deformato di irrompere incoerentemente in un ambiente in cui lo spazio è correttamente rappresentato secondo le leggi della geometria per consentirci di rifletterci in esso come nullificati: «Voltandoci, noi vediamo quello che significa l’oggetto fluttuante magico. Esso ci riflette il nostro proprio nulla nella figura del teschio»12. Figura che simboleggia la mancanza, il vuoto, l’assenza del soggetto che il fallo, manifestandosi nell’osceno «tatuaggio», trattiene dal ricongiungersi con il corpo materno, proprio là dove due giovani uomini affermano il raggiungimento del potere secolare e religioso.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.